(08-08-2018) Epilessia a esordio tardivo: fattori modificabili nella mezza età possono favorirne lo sviluppo
Fattori di rischio potenzialmente modificabili nella mezza età sono associati al rischio di sviluppare epilessia a esordio tardivo, secondo uno studio pubblicato online su JAMA Neurology. «Abbiamo voluto esaminare la vascolarizzazione e lo stile di vita nella mezza età come fattori di rischio per l'epilessia tardiva» spiegaEmily Johnson, della Johns Hopkins University School of Medicine a Baltimora, prima autrice del lavoro. I ricercatori hanno incluso i dati di 10.420 partecipanti di razza bianca o nera con almeno due anni di copertura Medicare raccolti nello studio Atherosclerosis Risk in Communities. Hanno quindi valutato aspetti di tipo demografici, vascolare e relativi allo stile di vita e ad altro come possibili fattori di rischio per l'epilessia. Ebbene, l'analisi ha mostrato che 596 partecipanti hanno sviluppato epilessia a esordio tardivo (3,3 per 1.000 persone-anno). L'incidenza più alta è stata osservata nei partecipanti neri rispetto ai bianchi (4,71 rispetto a 2,88 per 1.000 anni-persona). L'aumento del rischio di insorgenza tardiva di epilessia è stato osservato in associazione con ipertensione basale (hazard ratio [HR] 1,30), diabete (HR 1,45), fumo (HR 1,09), genotipo di apolipoproteina APOEå4 (un allele HR 1,22, due alleli HR 1,95), ictus incidente (HR 3,38) e demenza (HR 2,56). Livelli più alti di attività fisica e assunzione moderata di alcol sono risultati associati a una diminuzione del rischio (HR: 0,90 e 0,72, rispettivamente). Dopo aver eliminato dall'analisi gli individui con ictus o demenza, i risultati sono rimasti simili. «Sebbene ictus e demenza fossero entrambi associati all'insorgenza dell'epilessia tardiva, i fattori di rischio vascolari e dello stile di vita sono rimasti significativi anche senza considerare ictus o demenza» concludono gli autori. I ricercatori affermano che i punti di forza del loro studio risiedono nella progettazione longitudinale, nell'ampia dimensione del campione, nell'inclusione di una coorte rappresentativa di adulti bianchi e neri basata sulla popolazione, in metodi rigorosi per giudicare casi di ictus e nella durata del follow-up. Riconoscono però che il lavoro ha anche dei limiti, come possibili errori di classificazione delle patologie. JAMA Neurol. 2018. doi: 10.1001/jamaneurol.2018.1935 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30039175
Fonte: doctornews33
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