(26-06-2018) Un'infezione virale potrebbe fare da trigger per la malattia celiaca
Secondo un nuovo studio pubblicato su Science, un'infezione virale anche asintomatica può avere un ruolo nell'insorgenza della malattia celiaca. «La celiachia è una patologia complessa che probabilmente necessita di più fattori ambientali per modificare in maniera permanente la tolleranza al glutine» affermaRomain Bouziat, della University of Chicago, negli Stati Uniti, autore principale dello studio. Proprio per verificare il rapporto tra malattia celiaca e infezione virale, già nota ma mai provata sperimentalmente, i ricercatori hanno studiato gli effetti di due diversi ceppi di reovirus che infettano gli esseri umani, il tipo 1 Lang (T1L) e il tipo 3 Dearing (T3D): T1L infetta l'intestino, disturbando il regolare funzionamento del sistema immunitario, mentre T3D non attacca naturalmente l'intestino.
Si è proceduto allo sviluppo di un ceppo di T3D che in grado di infettare l'intestino dei topi e gli effetti di questo tipo di infezione sono stati confrontati con l'infezione da T1L. I risultati hanno mostrato che entrambi virus hanno richiamato risposte immunitarie protettive, ma per T1L quando l'infezione si verificava in presenza di antigeni alimentari come glutine o albumina la tolleranza all'antigene veniva persa. Un'analisi più approfondita ha mostrato che, in seguito all'esposizione a T1L, le cellule dendritiche presentanti l'antigene hanno causato una risposta patogena delle cellule T, dipendente dal fattore di regolazione 1 dell'interferone (IRF1); proprio questo fattore si è rivelato presente in maniera più elevata nella mucosa dei bambini con malattia celiaca. «I risultati offrono una spiegazione per la nota associazione tra infezioni virali e l'insorgenza di sensibilità al cibo, come la malattia celiaca» sottolineano in un editoriale di accompagnamentoElena VerdueAlberto Caminero, del Farncombe Family Digestive Health Research Institute, McMaster University, di Hamilton, Canada. «I risultati sono di grande interesse considerando il recente aumento della prevalenza di allergie alimentari e patologie autoimmuni, che suggerisce un modificatore di rischio ambientale sconosciuto».
Science. 2017. doi: 10.1126/science.aah5298
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28386004
Science. 2017. doi: 10.1126/science.aan1500
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28385972
Fonte: doctornews33
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