(11-11-14) Trapianto microbiota con capsule orali congelate contro C.difficile
Il trattamento dell’infezione da Clostridium difficile con capsule orali di materiale fecale congelato ha risolto i sintomi diarroici in nove casi su dieci, secondo i risultati di uno studio pubblicato su JAMA in coincidenza della sua presentazione al convegno IDWeek 2014 in corso a Philadelphia dall’8 al 12 ottobre. «Le infezioni ricorrenti da C. difficile sono tra le principali cause di morbilità e mortalità specie nei pazienti pediatrici, colti spesso da una diarrea incoercibile e persistente» esordisce Ilan Youngster del Massachusetts General Hospital, primo firmatario della ricerca, aggiungendo che la consueta terapia orale a base di metronidazolo o vancomicina è sempre meno efficace. L’alternativa è il trapianto di microbiota fecale, cioè la ricostituzione della normale popolazione di germi intestinali del paziente, decimata dalla malattia, con la flora di individui sani. Eseguire il trapianto non è una procedura complicata: la flora batterica viene isolata dal donatore attraverso sofisticate procedure microbiologiche di purificazione, e il liquido ottenuto viene poi somministrato al ricevente per via orale o rettale. «Ma difficoltà pratiche e preoccupazioni legate alla sicurezza della procedura ne hanno impedito la diffusione» spiega il ricercatore che con i colleghi ha cercato di superare gli ostacoli usando materiale fecale congelato da donatori sani selezionati: l'inoculo ghiacciato, sotto forma di capsule, può essere somministrato per bocca evitando di ricorrere a un sondino naso gastrico o altre procedure. I ricercatori statunitensi hanno valutato sicurezza e tasso di risoluzione dei sintomi diarroici trattando 20 pazienti reduci da episodi di infezione da C. difficile in cui la vancomicina si era dimostrata inefficace o che avevano richiesto l’ospedalizzazione. I donatori per il trapianto di materiale fecale erano volontari sani adeguatamente selezionati e i riceventi, trattati con 15 capsule in 2 giorni consecutivi, sono stati seguiti per i sei mesi successivi. «La diarrea si è risolta nel 90% dei partecipanti allo studio senza eventi avversi gravi durante il semestre di osservazione» concludono gli autori, sottolineando la necessità di studi su casistiche più ampie per confermare i risultati e valutare a lungo termine efficacia e sicurezza della terapia.
FONTI:
JAMA. Published online October 11, 2014
doctornews33
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